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Contrastare i bias nelle decisioni strategiche

Lasciati a se stessi i bias inconsci che affliggono le nostre scelte possono minare anche le decisioni strategiche più importanti per il benessere della nostra organizzazione.
Imparare a contrastarli è quindi fondamentale se si vuole rendere più efficace la performance.

Ancora poche organizzazioni prendo in considerazione i bias cognitivi, ossia la tendenza sistematica a deviare da calcoli e ragionamenti razionali, per prendere decisioni importanti di valenza strategica. Ed è facile capire il perché. A differenza di campi come quello della finanza e del marketing dove i manager possono usare la psicologia per analizzare i bias in azione nel modo di decidere di altri, nelle riflessioni strategiche i leader devono riconoscere i propri stessi bias. E così a dispetto della crescente consapevolezza dell’importanza e dell’efficacia dell’economia comportamentale risulta loro più difficile sfruttarne il potenziale.

Questo non significa che i top manager siano convinti che le loro decisioni sono efficaci. In una recente indagine di McKinsey Quarterly tra 2207 executive solo il 28% ha dichiarato che la qualità delle decisioni strategiche nella loro azienda era buona. E dietro le quinte hanno tutti dichiarato di non essere a proprio agio con la qualità delle proprie decisioni confermando gli studi che evidenziano come i bias cognitivi affliggano anche le decisioni strategiche più importanti prese dai manager più qualificati delle migliori aziende. Le acquisizioni periodicamente falliscono nel produrre le sinergie attese. I piani strategici spesso ignorano le risposte che le loro azioni istigheranno nei concorrenti. Grandi progetti di investimento si ritrovano sempre a superare budget e tempi di realizzazione.

Risulta quindi estremamente importante incorporare i principi dell’economia comportamentale per liberare le decisioni strategiche da questi rischi. Per farlo però sono necessarie nuove regole per attività quali la gestione delle riunioni, la raccolta delle informazioni di supporto alle analisi, la discussione delle analogie e la corretta stimolazione del dibattito, tutte azioni che insieme possono efficacemente diminuire l’impatto dei bias cognitivi sulle decisioni critiche. Inoltre per supportare queste nuove modalità c’e anche bisogno di un linguaggio nuovo che permetta di riconoscere e discutere i bias, che sia coerente e comprensibile per il mondo delle organizzazioni invece che per quello più astratto e arcaico della scienza. Fare tutto questo implica un significativo impegno e, per alcune realtà, anche un profondo cambiamento culturale.

By | 2017-02-17T17:37:06+00:00 febbraio 17th, 2017|Economia comportamentale, Strategia|0 Comments

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